Mi chiamo Damiano e comincio la mia presentazione con una smentita: non sono un appassionato di auto d'epoca, ma bensì un cultore del leggendario Marchio automobilistico di Milano: l'Alfa Romeo.
A scanso di equivoci tengo a precisare sin da subito che la sfera di interesse ed emozioni che considero, spazia dagli albori (con la Darraq) fino al triste 1986, confine temporale che segna (per me) la fine di un sogno, il termine di un'epoca di fasti, dove nulla poi sarà più come prima. La nostra compianta Alfa, amica e compagna
di allegria, spensieratezza e divertimenti, scompare in maniera
prematura e dolorosa, in seguito alla colonizzazione della casa sabauda.
In questo blog non si troveranno pertanto riferimenti
a vetture prodotte sotto l'egemonia torinese (dalla 164 in poi) nè tantomeno vetture di altri marchi come Lancia, fiat, Innocenti, Autobianchi,
Maserati o Ferrari, senz'altro degni di rispetto ma non fonte e stimolo
di interesse mio personale, in quanto per me, la sportività senza rivali, la
bellezza e il prestigio, la leggenda, l'assoluta supremazia
prestazionale, l'eccellenza tecnologica, è solo ed esclusivamente ciò
che costruiva Alfa Romeo.
Che cosa rappresenta per me l'Alfa Romeo?
Un
marchio che fonda i suoi pilastri sulla sportività e le corse, sulla scienza nei mezzi di trasporto, sulla poesia nelle quattro ruote e sull'arte della tecnologia.
Ogni definizione pare sempre
incompleta e riduttiva, senza cadere quindi nella banalità e lungi da
me nel voler essere irrispettoso e irriverente nei confronti del Biscione, voglio fare riferimento a fonti più autorevoli e importanti rispetto alle mie modeste impressioni; nel lontano 1967 in occasione
dell'Expo tenutasi a Montreal; la vettura della casa di Arese (la
Montreal appunto) venne definita testualmente "La massima aspirazione dell'uomo in fatto di automobili".
Il nostro grande Orazio Satta Puliga definiva l'Alfa "non una semplice fabbrica di automobili: le sue auto sono
qualche cosa di più che automobili costruite in maniera convenzionale.
Ci sono molte marche di automobili e tra esse l'Alfa occupa un posto a
parte. E' una specie di malattia, l'entusiasmo per un mezzo di
trasporto. E' un modo di vivere, un modo tutto particolare di concepire
un veicolo a motore. Qualcosa che resiste alle definizioni. I suoi
elementi sono come quei tratti irrazionali dello spirito umano che non
possono essere spiegati con una terminologia logica. Si tratta di
sensazioni, di passione, tutte cose che hanno a che fare più col cuore
che con il cervello. Naturalmente alcuni di questi elementi sono
semplicemente meccanici, e pertanto sono abbastanza facili da
identificare. Sono concetti che nascono dall'attività delle corse, nelle
quali l'eccellenza è indispensabile".
Non posso quindi non rimanere piacevolmente sorpreso e affascinato ogni giorno nel scoprire,
quanto questa leggenda e ogni suo singolo prodotto sia l'espressione
dell'amore per la tecnologia e l'eccellenza, nate
sotto la luminosa e raggiante "stella" della passione genuina e
autentica, dall'entusiasmo per la tecnica e l'ingegno, che migliaia di
persona hanno donato e contribuito a questo Mito.
Tengo a sottolineare quindi il significato
di questo Blog: qui non si tratterà in maniera mirata e dettagliata la
storia dell'Alfa Romeo nè tantomeno ci saranno indicazioni con schede
tecniche o concetti meccanici (anche se ovviamente ci saranno spunti e riferimenti); non ho l'obiettivo e le competenze per far questo; in
merito esistono libri e siti che trattano egregiamente l'argomento in
modo completo e dettagliato. Questo spazio web
vuole invece essere una sorta di "oasi alfistica", un luogo di riposo e
ristoro, per il pellegrinaggio alfistico di ciasun appassionato e non. Troverete prevalentemente fotografie da me scattate o foto
dell'epoca, talvolta associate a frasi dei "grandi dell'Alfa" oppure da
poeti, scrittori e persone di cultura, servite senza un ordine
logico; ciascuna foto è uno scatto preciso e unico, slegato da quelli
precedenti e quelli successivi, ma che osservati nell'insieme vorrebbero
regalare un bel paesaggio a chi sosterà qui. Non ci saranno descrizioni professionali e distaccate, ma bensì, come dice il grande
Gippo Salvetti, "passionali" e soprattutto "alfaziose", animate
senz'altro da spirito di parte e passione, dove a parlare non saranno la ragione e i
numeri, ma bensì i sentimenti e le emozioni che non provengono da altro
luogo se non il mio cuore; alfista.
Buona visione e buon "riposo alfistico"!
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